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    "Puoi goderti il baseball anche senza una mazza"

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    La tela era lì da ore, poggiata su un cavalletto, immobile.
    E Yuki era lì da ore, seduta sul pavimento a fissare una tela bianca su un cavalletto, immobile.
    Jeanne invece era arrivata solo pochi minuti prima, ma aveva capito subito la situazione: una tela innaturalmente ancora bianca, e una Yuki talmente concentrata nel fissarla da quasi non accorgersi del suo arrivo; le era bastato fare due più due. «Non sarò una pittrice, ma il mio intuito mi dice che ti sei bloccata» esordì.
    Yuki non staccò lo sguardo dalla tela, ma le rispose: «Hai senz’altro un intuito fenomenale, mai pensato di brevettarlo?» Yuki era una donna dolce e comprensiva, ma ciò non le impediva di saper essere anche sarcastica e pungente, all’occorrenza.
    Jeanne non si scompose più di tanto, e rispose con altrettanto sarcasmo. «Ci ho provato, ma l’ufficio brevetti era chiuso.» Poi, tornando seria, aggiunse: «Non ti ho mai vista bloccata su un dipinto, ero convinta possedessi una scorta illimitata di creatività. Normalmente andresti avanti a dipingere fino a cascare dal sonno!»
    Yuki rimase silenziosa per qualche momento, poi disse: «Quello succede quando dipingo ciò che voglio; questo è per una galleria, e sto avendo seri problemi a, uhm... sviluppare il tema».
    «E quale sarebbe questo tema insviluppabile
    «È per un’esposizione temporanea, il tipo della galleria ha usato un sacco di termini complicati e altisonanti, che non ho ascoltato e non sto ripeterti, ma in sintesi mi hanno chiesto un pezzo sulla “natura stessa dell’arte contemporanea”» disse, mimando delle virgolette con le dita.
    Le due donne rimasero in silenzio a fissare la tela per alcuni secondi, poi Jeanne domandò: «Che significa la natura stessa dell’arte contemporanea?»
    A quel punto Yuki spostò lo sguardo dalla tela a Jeanne, e battendosi un pugno sul palmo dell’altra mano esclamò: «Bingo! Ecco la domanda da un milione di dollari!»
    Jeanne le rivolse un’occhiataccia, ma Yuki alzò le mani. «No, dico sul serio, non ho la minima idea di cosa dovrebbe significare. Questa cosa mi sembra solo una grande stupidaggine; io dipingo perché mi piace farlo, non c’è nessuna profonda filosofia dietro».
    «Capisco, in effetti saresti capace di dipingere anche senza rendertene conto» ridacchiò Jeanne. «Quindi... che intendi fare?»
    Yuki tornò ad osservare la tela, e fece un profondo respiro. «Arrendermi. Sinceramente ne ho piene le scatole di perdere tempo su questo. Almeno ho risparmiato una tela.» concluse con un’alzata di spalle.
    Anche Jeanne riprese ad osservare la tela bianca, e dopo qualche secondo, chiese: «Probabilmente è un consiglio scontato e totalmente inutile, ma se guardassi il problema da una diversa prospettiva?»
    «In effetti hai ragione».
    Jeanne rimase interdetta; non si aspettava una reazione, figurarsi di avere ragione. «Su cosa?» chiese, ma l’asiatica le rivolse un sorriso malizioso.
    «È un consiglio totalmente inutile!»
    Jeanne soffocò una risatina, vagamente indispettita. Si chiese come quella ragazzina discreta e a tratti quasi timida, fosse diventata una donna così estroversa ed ironica; sicuramente aveva frequentato delle cattive compagnie. Jeanne in primis.
    «Oppure no» disse Yuki, interrompendo il filo dei pensieri di Jeanne.
    «Eh? In che senso?» chiese incuriosita la francese.
    Yuki le sorrise, e Jeanne riconobbe lo spirito creativo nella sua espressione «Nel senso che forse mi hai dato un’idea!»
    «Davvero?» esclamò Jeanne entusiasta «Che idea? Che idea?» ma Yuki le mise un dito sulle labbra zittendola.
    «Lo vedrai fra qualche giorno quando verrà esposto, come tutti. Ora devo proprio buttarti fuori, sai com’è, "segreto professionale"».
    Jeanne non oppose resistenza, ma alzò un sopracciglio, scettica «Segreto professionale? Per una pittrice?»

    Alcuni giorni dopo, Jeanne si ritrovò per la seconda volta a fissare una tela completamente bianca, questa volta appesa alla parete di una galleria, e persino incorniciata. «Non capisco» disse lievemente spaesata.
    Accanto a lei, Yuki la tranquillizzò «Oh, è normale: è arte contemporanea».
    «Ma... è solo una tela bianca!»
    «Per la precisione è una tela bianca nella cornice più sfarzosa e pacchiana che sono riuscita a trovare» puntualizzò Yuki «I critici dicono che è un’interessante critica su come l’arte contemporanea sia diventata un guscio molto ben decorato, ma privo di contenuti».
    «A me sembra solo una grande stupidaggine» replicò schietta Jeanne.
    «Oh, è normale» ripeté Yuki, e le rivolse un sorriso malizioso «è arte contemporanea!»
    E Jeanne non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.





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    Non credo sia venuta bene, è troppo lunga e contestualizzata peggio di un porno XP
    Non mi convince molto.
    Ma già scrivo poco, non posso permettermi sottigliezze XD
    Pensata per un contest sul tema "art black". (solo che adesso mi tocca tradurla u_u)

    Edited by Echø - 30/8/2016, 17:08
     
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  2. difensore
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    User deleted


    Non è troppo lunga, almeno non per le cose che sono abituato a leggere inoltre mi sembra ben scritta anche se non sono un critico o altro. Sono morto quando ho letto: "Non credo sia venuta bene, è troppo lunga e contestualizzata peggio di un porno XP".
     
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1 replies since 29/8/2016, 14:06   34 views
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